La ricerca, promossa dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool e dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, è stata realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento sotto la direzione scientifica del prof. Carlo Buzzi.
Attrverso 1.982 questionari sono stati intervistati giovani di età compresa tra 12 e 14 anni residenti in diverse città italiane campionate in modo rigoroso per area geografica e dimensione dei centri urbani.

L’indagine indaga sulle conoscenze, gli atteggiamenti e le opinioni dei ragazzi e ragazze frequentanti le scuole medie sul tema alcol. Oltre a confermare indicazioni già parzialmente note (come l’esordio precoce “benigno” che contraddistingue la cultura del bere in Italia), l’indagine esplora anche un nuovo fenomeno: l’approccio precoce di alcuni/e giovani verso forme di rischio un tempo retaggio di fasce di età pià avanzata. Dallo studio emerge come questi consumatori precoci siano resi potenzialmente vulnerabili da alcuni fattori, tra cui la precoce stimolazione alla gratificazione immediata, spesso alimentata da nuove tecnologie digitali, sempre più pervasive e accessibili anche in età precoce. Spunti di riflessione che impongono di allargare l’attenzione della prevenzione dalle sostanze di consumo come alcol e droghe ai comportamenti compulsivi di divertimento propri della generazione dei nativi digitali.

 

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